CHI SONO, ovvero del presente e del futuro sperato.

NON CONFESSIONI.
Mi chiamo Paola Uberti, soprannominata Slelly Mente Diabolica. L'origine del nome Slelly è troppo contorta e farcita di intime vicende perche' io la possa condividere senza annoiare i lettori del blog o costringerli a immedesimarsi in una storia complicata. Appartiene a un periodo molto difficile, formante e 'trasformante' della mia vita: lo dedico volentieri a questo progetto creativo nel quale metto tutta me stessa.

SENSO E SENSI.
Il senso profondo del blog SLELLY è il fatto di nascere da un desiderio. Da una passione. Da un istinto creativo. Da un incontro tra la storia personale, il casuale e il necessario.
La mia formazione artistica si è fusa con il cibo e tutto ciò che lo riguarda nel momento in cui ho iniziato a cucinare assiduamente, causa convivenza. Ne è derivata una feroce passione per ricerca e sperimentazione di sapori, accostamenti, contrasti, ma anche per forme, colori, materiali, superfici. Ovvero ciò che si mangia e ciò che si utilizza per presentare, servire e gustare.
E' un gioco meraviglioso, un percorso formativo. E' la manifestazione affettiva insita nel preparare cibo con il quale nutrire gli altri. E, per amore di onestà, è anche un atto tremendamente narcisistico: il desiderio infantile di sedurre il prossimo con l'incanto di vista, tatto e olfatto che culminano nel sapore.




L'immagine che più si attaglia a descrivere il sentimento creativo che passa dall'idea, al progetto, all'oggetto/opera/piatto finiti può essere descritto come un percorso nella sfera dell'immaginario, dello spirito e dell'intima psicologia, durante il quale, spesso non senza fatica, è necessario farsi strada scavando un tunnel alla ricerca del modo di rendere concreta e realizzabile una visione. L'opera si trova in fondo al tunnel, in una camera da aprire. A volte è sufficiente aprire una porta. Altre è necessario abbattere un muro spesso e ruvido. Alla fine del lavoro non rimane solamente l'opera: il materiale di risulta dello scavo del tunnel è materiale umano: pensieri, visioni, sentimenti. Occasioni per approfondire la conoscenza di se stessi, nel bene e nel male.

UNA NOTA DOVUTA.
SLELLY è un progetto corredato di codice morale. La prima, imprescindibile regola è l'essere consapevole dei propri limiti. Non ho una formazione professionale legata alla gastronomia o alla ristorazione. Nutro il più profondo rispetto nei confronti dei veri professionisti ai quali non mi paragono per volontà, autocoscienza ed assenza di sostanza di fondo.
Queste parole, quindi, valgano come scuse sincere per qualsiasi errore io compia e pubblichi in questo blog, che urti la sensibilita' di chi davvero se ne intende.

UNA NOTA AFFETTIVA.
Scrivere di rispetto per il cibo mi fa ricordare i racconti di mio padre relativi ad un sogno ricorrente. Bambino in tempo di guerra, quando a Torino si faceva la vera fame, da adulto sognava pane, pane e ancora pane. Oggi, nonostante il fato benevolo gli permetta di comprare qualsiasi cosa lui desideri mangiare, mio padre apprezza il pane secco che sgranocchia con soddisfazione senza pari.




COSCIENZA DEL PRESENTE, PROGETTI PER IL FUTURO.
Dove o a cosa io voglia arrivare con questo progetto è ancora da definire. Preferisco pensare ad un cammino, possibilmente consapevole, di crescita e sviluppo, forte delle esperienze consumate e dei contributi di chi parteciperà. Allo stato attuale dei fatti, il progetto SLELLY vuole comunicare e condividere una necessità creativa.

IN CALCE: grazie alla mia cara amica Simona, con la quale ho preparato i piatti ritratti nelle fotografie pubblicate in questo post.

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